CHIURO.
Toccante cerimonia per Armida e Tarcisio
Insegnarono per trent’anni
«Lo dedichiamo a due figure che hanno lasciato il segno, due maestri: per come sono stati in grado di indagare Chiuro e per come l’hanno saputo raccontare a tante generazioni, con quel rigore scientifico che la storia e la cultura di una comunità richiedono.»
Alla memoria di Armida Bombardieri e Tarcisio Della Ferrera, moglie e marito, è stato intitolato ieri il rinnovato “Giardino della narrazione” al fianco delle scuole, benedetto da don Samuele Fogliada. Una cerimonia, densa di emozioni, alla presenza dei figli e dei nipoti della coppia di maestri, che hanno insegnato metà degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta. Appassionati di storia locale, sono stati e sono punto di riferimento per conoscere la storia di Chiuro. «Questo giardino è uno spaccato delle origini del nostro paese, un luogo dell’identità.» ha aggiunto il sindaco Tiziano Maffezzini, impreziosito, è il caso di dire, trattandosi di un gioiello raro per la prima volta visibile al pubblico, dell’affresco di casa Quadrio-Cilichini.
Una riproduzione, di cui hanno dato una lettura danzata in abiti d’epoca Letizia Dradi e Roberto Quintarelli.
All’ombra di un pergolato c’è un’area verde, dove «stare a meditare, a riflettere», ha proseguito il sindaco spiegando il senso dello spazio, progettato da Paolo Agostini, uno dei tanti tasselli del progetto “Le radici di una identità”, coordinato dalla Comunità montana di Sondrio, finanziato da Fondazione Cariplo e da Regione Lombardia.
«É un luogo per presentare le tante ricchezze del nostro borgo, per rappresentarne la memoria, dalle origini ai giorni nostri. Da una parte abbiamo la famiglia Quadrio che ha reso grande il nostro centro e c he ha fatto economia» ha detto indicando il pannello dedicato a Stefano Quadrio, al cui fianco è stato riprodotto l’affresco del Portichetto dei disciplini, di proprietà della parrocchia, «in cui si intravedono i terrazzamenti», simbolo del vino valtellinese, di cui Chiuro è patria. «Poi abbiamo l’affresco di casa Quadrio-Cilichini, che testimonia la cultura e il fasto del passato». Poco distante le lapidi dei caduti, «che si sono sacrificati in guerra».
Identità, comunità e rete i concetti su cui ha posto l’accento in rappresentanza di Fondazione Cariplo il presidente di Pro Valtellina Marco Dell’Acqua: «Soltanto preservando l’identità del nostro territorio e delle nostre origini è possibile fare comunità, valori fondamentali per Fondazione Cariplo». «È il dono migliore da fare ad una comunità, a chi ci ha preceduto, ma anche ai giovani: non c’è futuro se non si conosce il passato» è intervenuta la consigliera regionale Simona Pedrazzi; il capo di gabinetto Guglielmo Borracci, ha rimarcato «l’intitolazione di un luogo sia importante per mantenerne la memoria».
Daniela Lucchini
27 giugno 2021
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