La Società storica valtellinese ha presentato l’inventario dei toponimi frutto di anni di ricerche
Un nome che un luogo ha avuto in un determinato momento della sua storia, è carico di un significato, che diventa di grande importanza poiché è capace di dare informazioni preziose, uniche. Di grande utilità per chi vuole ricostruire la storia di quel luogo, di valore per ogni ricostruzione.
Premessa che restituisce il senso e l’importanza del quaderno di toponomastica “Inventario dei toponimi valtellinesi e valchiavennaschi. Chiuro” della Società storica valtellinese, curato da Augusta Corbellini e Leonardo Della Ferrera, presentato al pubblico sabato all’auditorium comunale “Valtellinesi nel mondo”, nell’ambito dell’evento “Note di paesaggio”.
Un volume prezioso, la cui stesura è iniziata una decina di anni fa, frutto di ricerche, impegno e lavoro condotti con rigore scientifico, alla cui realizzazione hanno contribuito moli, come non ha mancato di sottolineare nella sua presentazione Corbellini, ringraziando Della Ferrera per il suo contributo, preceduto da quello del compianto padre Tarcisio Della Ferrera, che realizzò la prima raccolta di toponimi, imprescindibile base di partenza per il volume.
«Quando si indaga sui nomi e sui luoghi si scopre la storia: la toponomastica racchiude tutto il mondo di un territorio e di un’ambiente. Ho condotto questa ricerca prevalentemente su archivio e anche nella bibliografia di Chiuro, molto ricca», paese di cui si hanno le prime testimonianze nei documenti a partire dall’anno 1000. «Ma – ha proseguito Corbellini – non avrei potuto concludere lavoro senza l’aiuto di alcune persone». Tra queste un particolare ringraziamento, Corbellini, che fa parte della Società storica valtellinese, l’ha rivolto a «Tarcisio Felice Maffina di Castionetto, attendibile testimone della civiltà contadina, delle risorse del territorio, delle vicende locali e delle bellezze naturalistiche della frazione e Riccardo Giana di Chiuro, che ha fornito la maggior parte delle informazioni per quanto concerne il paese e il territorio circostante e il borgo».
Una presentazione, quella di Corbellini e Della Ferrera, che ha curato tre saggi presenti nel volume di 280 pagine circa, preceduta dai saluti di Tiziano Maffezzini: «Per noi questo libro ha una valenza scientifica – le parole del sindaco-. Significa riconoscersi nel paese in cui abitiamo, conoscere la storia del nostro paese, gli ambienti e ciò che l’ha costituito, ovvero l’identità, in piena sintonia con “Le radici di un’identità”», progetto emblematico coordinato dalla Comunità montana di Sondrio, finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
Maffezzini ha inoltre ricordato Remo Bracchi, «che ha contribuito, ma che purtroppo ci ha lasciati». Il libro dei toponimi di Chiuro è l’ultimo che può vantare un intervento sul lessico geografico del paese retico a cura del famoso religioso, glottologo, dialettologo, nonché docente universitario valtellinese scomparso nel 2019.
«Ho dato il mio contributo con tre brevi saggi come introduzione al volume: il primo riguarda i confini del territorio – è intervenuto Della Ferrera, illustrandoli sinteticamente -, il secondo l’evoluzione del borgo e il terzo un po’ più tecnico che dal punto di vista catastale è dedicato ai nomi più antichi».
Daniela Lucchini
26 giugno 2021
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