Il territorio, l’abitare delle comunità e le gerarchie insediative
SERENA SOLANO: Abitare le Alpi fra età del Ferro ed età romana: Valtellina e Valchiavenna nel contesto alpino centro orientale
Negli ultimi anni nuove acquisizioni archeologiche hanno permesso di meglio definire le modalità del popolamento della Valtellina e della Valchiavenna fra età del Ferro ed età romana. Il quadro noto permette di asserire come dal punto di vista culturale alla vigilia della romanizzazione il territorio graviti da un lato verso l’ambito centro –alpino del Reno, dall’altro verso il mondo retico di Fritzens-Sanzeno e il gruppo Breno-Dos dell’Arca della Valcamonica. In Valtellina con la romanizzazione del territorio, mentre alcuni siti, come quello di Sondrio-Castello Masegra si interrompono in apparente e suggestiva coincidenza con la conquista romana della vallata, una diversa risposta alla romanizzazione si registra a Teglio, in una zona strategicamente collocata nel punto di incrocio con le vie verso la Valcamonica. Nel centro storico, in un’area già frequentata nell’età del Bronzo e poi interessata da abitazioni e zone produttive fin dal V secolo a.C., si imposta tra la fine del II e il I secolo a.C. un insediamento con edifici poveri in pietra e legno che nel tempo subiscono rimaneggiamenti e ristrutturazioni, mantenendo sostanzialmente invariate le tecniche costruttive tradizionali. L’insediamento, che perdura fino a tutta l’epoca romana e tardo antica per poi proseguire fino al Medioevo e oltre diventa, almeno dal VI secolo d.C., il centro eponimo della valle (Tellina Vallis nel 521 d.C.). In Valchiavenna la romanizzazione dà avvio allo sfruttamento a scala intensiva della pietra ollare e determina il fiorire di Chiavenna, centro emporiale e di raccordo dei vivaci traffici commerciali e culturali tra il Lario, l’area alpina del Reno, l’area retica e camuna.
MASSIMO DELLA MISERICORDIA: Comunità e gerarchie insediative nel basso medioevo
Nel corso del basso medioevo si precisò un’organizzazione della vita comunitaria su tre livelli: quello del comune, l’istituzione di più solida tradizione, originatasi fra l’XI e il XII secolo, le contrade che lo componevano (le singole unità di villaggio), le federazioni costituite da più comuni (i terzieri, le squadre di Morbegno e Traona in cui si divideva il Terziere inferiore, la comunità di Valtellina). In questa rete si definiscono rapporti asimmetrici fra i vari poli, fra i capoluoghi comunali e le contrade minori, come anche fra i diversi comuni. Entro uno spazio sino a quel momento sostanzialmente più equilibrato, alcune località valtellinesi (in primo luogo Morbegno, Sondrio e Tirano) hanno sviluppato un ruolo economico, sociale e politico dominante, hanno attratto popolazione e soprattutto i membri dell’élite valligiana. Hanno costituito, così, delle aree di egemonia in cui i centri minori hanno precisato una posizione subalterna. Da questa ristrutturazione territoriale è emerso un profilo dei gruppi dirigenti e una dislocazione delle funzioni nel territorio che è durata nei secoli che caratterizzano in modo peculiare la Valtellina, con il suo policentrismo, rispetto a valli dalla vocazione più unitaria (Valcamonica) o più nettamente accentrate da un unico capoluogo (Val d’Ossola).
In un ambiente naturale difficile come quello montano, e alpino in specie, l’insediamento umano è fortemente limitato nelle scelte possibili e, nello stesso tempo, è spinto verso soluzioni particolari dalle condizioni locali (clima, altimetria, morfologia, idrografia, pedologia, esposizione al sole) ma anche dai contesti geografici più vasti dei quali le singole aree fanno parte. Le forme di economia storicamente praticate e le loro variazioni nel tempo sono infatti alla base delle forme e dell’entità del popolamento umano: l’uso agro-silvo-pastorale del territorio promuove la trama fondamentale dell’insediamento, determinandone la diffusione areale e le tipologie specifiche secondo le caratteristiche locali (ad esempio, l’allevamento transumante promuove la pratica dell’alpeggio e la distribuzione delle sedi ad altimetrie diverse secondo le stagioni; il prevalere di forme agrarie specializzate come la cerealicoltura o la vitivinicoltura per il mercato favoriscono insediamenti stabili). Altre forme abitative si devono a particolari risorse locali (minerarie, forestali), mentre il più ampio contesto geografico dà impulso a correnti di traffico là dove dei corridoi naturali (valli, fiumi navigabili, laghi, valichi) consentono la formazione di itinerari commerciali o di viaggiatori, la cui valenza è talora continentale. La specializzazione produttiva o la pratica di varie attività economiche in un territorio promuovono diverse forme insediative che si sovrappongono e integrano dove tali attività sono compresenti. La trama insediativa a base agraria (di tipologie diverse) prevede quindi delle località centrali (centri di servizi amministrativi, religiosi, professionali, artigianali, commerciali e, in specie, di mercato) che spesso sono anche luoghi di gestione di traffici internazionali, di attività manifatturiere (siderurgiche, tessili), di commercio a largo raggio (fiere merci o di cambio internazionali).
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