Una brochure essenziale, nelle dimensioni e anche nello spirito. Racchiude, infatti, l’essenza del progetto «le radici di una identità. Temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra Preistoria e Medioevo» e riporta quelle che sono state le prime mosse dell’iniziativa finanziata dal bando di Fondazione Cariplo «Emblematici maggiori». Lunedì, alla Cm di Sondrio, il presidente Tiziano Maffezzini, ha accolto tutti i soggetti attivi nella rete costituita: «Siamo qui per un primo riscontro sulle attività compiute fino ad oggi grazie al progetto, e che sono state riassunte nell’opuscolo. Sono stati coinvolti 19 Comuni su 21, poi in corso si sono uniti tutti. Sono 40 i soggetti delle realtà che fanno parte della nostra Comunità, che con il loro apporto hanno reso possibile la formazione della rete che vuole creare una conoscenza comune del nostro bellissimo patrimonio culturale e storico». Nella brochure, in 16 pagine, è contenuta la riflessione che ogni Comune ha fatto nell’incontro con le Università, la declinazione dell’azione inserita nel progetto – ha raccontato Rita Pezzola, coordinatore scientifico di Radici di una identità-. L’obiettivo è restituire alla comunità la conoscenza e consapevolezza delle sue radici. Nei mesi, nell’ambito del progetto, sono state attivate borse di studio, progetti di ricerca, tirocini formativi, a cui le aziende hanno partecipato. Per ora è solo il primo strumento per far conoscere a quante più persone la nostra storia, ma abbiamo intenzioni ancora più importanti. La brochure, intanto, sarà distribuita in tutti i Comuni». «Tra le azioni portate a compimento c ‘è, ad esempio, la valorizzazione della miniera del Vitalengo a Fusine. Era sconosciuta, ad oltre 2000 metri di quota – prosegue Pezzola – Quest’estate i borsisti dell’università di Torino hanno fatto avanti-indietro coi rappresentanti del Comune, del parco delle Orobie e a cittadini e hanno riscoperto questo luogo».
Laura Taddei
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