SONDRIO – Sono 19 i Comuni coinvolti, 4 le Università partner e ben 46 i soggetti della rete. Sono numeri importanti quelli del progetto «Le radici di una identità», guidato dalla Comunità Montana di Sondrio e portato avanti insieme agli enti locali del mandamento e finanziato anche da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Obiettivo dell’iniziativa è di riportare alla luce le radici della pro pria comunità, riscoprendo e con dividendo le caratteristiche e le peculiarità del passato, tra preistoria e medioevo. Il punto sull’andamento del progetto è stato fatto lunedì nella sede della Cm dove è stata illustrata la nuovissima brochure informativa che sarà distribuita in tutti i municipi e nelle biblioteche. «Nell’opuscolo vengono riassunte tutte le attività per ciascun comune – ha spiegato il presidente della Cm Tiziano Maffezzini – La natura del progetto è proprio la condivisione di valori identitari ». L’iniziativa, che vede il sostegno anche della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, ha portato ad avviare una serie di attività: laboratori didattici per le scuole, Summer school inter-ateneo, tirocini formativi curricolari, tesi di laurea, borse e assegni di ricerca, azioni di riappropriazione e di valorizzazione. In questo modo «Le radici di una identità» crea reti tra Amministra zioni e Università, tra soggetti pubblici e privati, per favorire la circolazione di conoscenze e la crea zione di reali opportunità di lavoro. «La brochure testimonia che dalla teoria siamo passati alla pratica» ha commentato con soddisfazione la coordinatrice scientifica del progetto Rita Pezzola, che ha preso parte alla presentazione ufficiale di lunedì insieme a Elena Castellini, responsabile dell’area amministrativa della Cm. A Castione e a Tresivio si punta alla valorizzazione delle incisioni rupestri. A Fusine e a Piateda oggetto di interesse sono i siti minerari. I castelli sono invece i beni storici sui quali puntano la loro attenzione i Comuni di Caspoggio e di Castello dell’Acqua. A Poggiridenti il progetto si concentra sul restauro dell’antica Torre dei Da Pendolasco: a breve partirà il terzo lotto dei lavori. Torre Santa Maria ha invece scelto il nucleo medievale di Melirolo, oggi abbandonato, ma che conserva case-torre. Il sacro domina a Faedo con la ricerca sulla chiesa di San Bernardo e la riqualificazione di piazza San Carlo e a Postalesio con il restauro della chiesa di San Colombano. Ponte ha rivolto l’attenzione sul centro storico e sugli affreschi della ex Latteria. Per quanto riguarda invece Colorina, oggetto di studio è la piazza medievale di Romito, una porta sui maggenghi. Le corti di Polaggia sono le protagoniste del progetto a Berbenno, mentre a Cedrasco l’attenzione è sul centro medievale. Chiuro ha scelto il centro storico come oggetto di lavoro; Lanzada la contrada Moizi; Spriana l’antica contrada di Scilironi. Ad Albosaggia e Caiolo si è infine puntato su percorsi didattici condivisi con gli alunni dell’Istituto Comprensivo «Paesi Orobici», i loro insegnanti, le famiglie, l’Ufficio scolastico e le istituzioni del territorio.
Lascia un commento