Spriana e Piateda sono state le protagoniste delle Summer School inserite nel progetto «Le radici di una identità»
A Scilironi è stato completamente ristrutturato un piccolo edificio nella speranza che tutto il suggestivo borgo possa in futuro venire riqualificato. In Val Venina i giovani hanno effettuato uno studio sul «paesaggio minerario» del contesto orobico tramite un rilievo topografico dei manufatti.
(gdl) L’antico nucleo di Scilironi a Spriana e l’ex sito minerario della Val Venina a Piateda si sono trasformati in un’aula … a cielo aperto. Sono questi infatti i due luoghi simbolo dove si è svolta con successo la Summer School inserita nel progetto «Le radici di una identità», iniziativa finanziata da Fondazione Cariplo e da Regione Lombardia e guidata con entusiasmo dalla Comunità Montana di Sondrio. Partendo proprio da Piateda, la Summer School si è tenuta l’11, il 12 e il 13 settembre scorsi e realizzata quale momento di studio-approfondimento e di sperimentazione-pratica del «Paesaggio Archeo-minerario». Frutto di una importante sinergia tra Università di Torino (UniTO-Dipartimento di Studi Storici), Comune di Piateda e Cm, ha rappresentato un’ opportunità unica per l’ateneo torinese per svolgere attività didattiche in loco. Il percorso formativo proposto, di cui è referente il professor Paolo de Vingo, ha offerto un approccio metodologico interdisciplinare (teorico e pratico) allo studio del «paesaggio minerario». Il primo giorno alla Mediateca di Piateda si sono succedute le comunicazioni di relatori universitari (Università di Pavia e Università del Sacro Cuore di Milano), liberi professionisti, borsisti universitari e studiosi che hanno presentato agli studenti della laurea triennale in Beni Culturali e della laurea magistrale in Archeologia e Storia Antica di UniTO, selezionati da una apposita commissione giudicatrice, metodi di ricerca diversificati legati alle tematiche del paesaggio minerario secondo diverse declinazioni e prospettive di studio (geologica, archeologica, cartografica, metodologica, archeometrica e archivistica). I relatori sono stati, oltre a Paolo de Vingo, Alfredo Dell’Agosto, Maria Pia Riccardi, Giorgio Baratti, Ilaria Sanmartino, Rita Pezzola, coordinatrice scientifica del progetto «Le radici di una identità», Paolo Bertero e Davide Mulattieri. Il secondo giorno si è invece svolta l’escursione in Val Venina. Gli studenti hanno svolto importanti attività pratiche legate al rilievo topografico dei manufatti individuati abbinati alle riprese con il drone in grado di realizzare un rilievo aereofotograrnmetrico. Nel corso della terza giornata, gli studenti hanno partecipato a una interessante visita guidata al Museo valtellinese di Storia e Arte, condotta dalla direttrice, Alessandra Baruta, e infine hanno presentato tutto il lavoro svolto in un incontro pubblico.
«Il primo ringraziamento va alla Comunità Montana – commenta il sindaco di Piateda, Simone Marchesini Un grazie anche all’università degli Studi di Torino e al Parco delle Orobie che ci hanno affiancato in tutto il percorso. Ma un ringraziamento ancor più speciale è per i giovani studenti che hanno dimostrato una grande voglia di apprendere e lavorare con metodo. Siamo onorati di averli potuti ospitare e di aver contribuito alla loro crescita formativa. L’azione che si è realizzata è un punto di partenza importantissimo per il nostro
territorio, uno stimolo per portare avanti nuove . riflessioni e sinergie». «Attraverso l’attività sul campo gli studenti hanno potuto sperimentare direttamente tecniche e approcci metodologici indispensabili alle attività dell’indagine archeologica – sottolinea de Vingo – La crescita umana e professionale degli studenti hanno garantito il successo di questa interessante iniziativa». La Summer School di Spriana ha invece avuto luogo dall’1 al 10 settembre. L’iniziativa ha visto coinvolti studenti universitari provenienti da diverse regioni italiane, dalla Svizzera, dall’Inghilterra e dalla Spagna. Maurizio Cesprini, referente dell’Associazione Canova che da anni si interessa del recupero e della valorizzazione dell’architettura rurale in Rietra, ha guidato, insieme all’architetto Dario Benetti, i ragazzi alla riscoperta delle antiche tecniche di costruzione attraverso un cantiere didattico basato sul metodo hands-on. L’oggetto degli interventi di recupero è stato un piccolo edificio collocato al centro di Scilironi, la cui riqualificazione rappresenta un primo passo – questa è la speranza condivisa – per un percorso di rinascita dell’intero borgo. « Personalmente sperimento il formato del cantiere didattico da oltre vent’anni e ogni volta mi meraviglio dell’energia che· si crea dal lavoro di gruppo – sottolinea Cesprini – A Scilironi ho visto tanto entusiasmo e passione per il recupero di un piccolo edificio dal grande valore simbolico. La valle ci ha accolti con calore e disponibilità, tutti noi portiamo a casa un’esperienza indimenticabile». «Attraverso questa Summer School abbiamo voluto offrire a giovani studenti esempi pratici e non solo teorici di recupero del nostro prezioso patrimonio culturale – spiega il presidente della Cm, Tiziano Maffezzini – Un ringraziamento speciale va al Comune di Spriana che ha accolto calorosamente gli studenti, all’Associazione Canova, a Vittorio Scilironi, all’architetto Benetti e alla restauratrice Anna Triberti, che hanno affiancato i ragazzi. Vedere nuove generazioni di studenti operare con così tanto entusiasmo nel con -testo territoriale valtellinese è per noi una conferma che questa è la strada giusta da perseguire».
Lascia un commento