E chi l’avrebbe mai detto che la torre del castello di Castello dell’Acqua fosse cosi vicina al paese? Prima pareva nascosta, anzi lo era proprio, nel bosco e, forse anche, molti valtellinesi non conoscevano l’ importante testimonianza del passato del paese. Ed oggi eccola li che si staglia sopra la chiesa parrocchiale San Michele, a pochi passi dal centro abitato . «La torre del castello dei Dell’Acqua e la chiesa parrocchiale si sono idealmente riavvicinati dopo l’intervento di quest’ inverno sul bosco-spiega il vicesindaco Renato Gregorini -. L’intervento rientra nel progetto più complessivo “Le radici di un’ identità” (progetto Emblematico maggiore di Fondazione Cariplo)che per la parte di Castello dell’Acqua, abbiamo voluto chiamare “Il Castello ritrovato” ed è appunto quello che sta avvenendo. L’attività prevedeva interventi forestali di miglioramento e riqualificazione dell’ area boscata intorno al castello e il rilievo dettagliato mediante il laser scanner dell’area del castello. Il prossimo passo sarà rimuovere ed interrare la linea elettrica a bassa tensione, che insiste sul sedime dell’area del castello, per una migliore lettura del bene archeologico e del paesaggio. Nel frattempo proseguono le ricerche d’archivio coordinate dal professor Riccardo Rao». L’attività di progettazione e ricerca storica-centrale la figura del coordinatore dell’intero progetto, Rita Pezzola-è in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università degli studi di Bergamo, mentre il percorso di ricerca intreccia lo studio delle fonti storiche con l’indagine architettonica. Le attività d’altro canto, sono volte a rafforzare la conoscenza del territorio e la consapevolezza dell’antichità della radio e identitaria di Castello dell’Acqua. Dopo quella della torre, nei giorni scorsi è stata ripulita anche l’area del mulino e della pila di Cà l’Albert. «ln questo caso l’intervento è stato a cura della Comunità montana che, ogni anno mette a disposizione dei Comuni alcune giornate di pulizia – prosegue Gregorini •. Il lavoro è stato fatto davvero bene e ci auguriamo che quest’area, che rientra nel percorso etnografico di Castello, possa tornare ad essere fruita». A tal proposito si stanno concludendo i progetti sociali “Non siamo mai soli” e “Crescere insieme”. Il Comune pensa di organizzare una giornata finale in cui i bambini che hanno partecipato alle attività ludiche e formative via zoom con le coach in psicosintesi, possano finalmente tornare a vedersi dal “vivo”, seppure seguendo tutte le indicazioni di mascherine e distanziamento sociale «Mulino e pila potrebbero essere la location ideale per organizzare ritrovi , a piccoli gruppi e sancire la conclusione di questo percorso che è stato molto seguito e apprezzato durante il lockdown e ha fatto sentire tutti meno soli», conclude il vicesindaco.
Clara Castoldi
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