La Fondazione Cariplo, attraverso il piano «Interventi Emblematici Maggiori», ogni quattro anni assegna a rotazione la somma di cinque milioni di euro a sostegno di iniziative con dimensioni e caratteristiche significative, detti per questo Interventi emblematici, da attuare sul territorio di ciascuna delle province lombarde. Nel 2017 è stata la volta della nostra provincia e, dei tredici progetti presentati dai vari soggetti pubblici o privati di Valtellina e Valchiavenna, quello denominato LE RADICI DI UNA IDENTITÀ :Temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra preistoria e medioevo, elaborato dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio per diversi Comuni del suo mandamento, è stato ritenuto meritevole di essere finanziato. Il progetto, che si pone in continuità di quanto è stato fatto in occasione dell’istituzione del Distretto culturale della Valtellina, è molto articolato, con molteplici obiettivi che, in sintesi, riguardano:
• valori culturali ambientali quali la tutela dei paesaggi identitari, la promozione della conoscenza e la divulgazione dei saperi, la creazioni di sinergie tra territorio e centri di ricerca;
• valori formativi e di coesione sociale quali l’accrescimento del senso di identità e di consapevolezza nella popolazione locale e soprattutto tra i giovani, l’aumento del senso civico, l’organizzazione di occasioni di incontro e confronto;
• valori economico finanziari, come favorire sviluppo economico e creare occasioni occupazionali.
Anche il nostro Comune partecipa al progetto Radici di una identità nell’Azione denominata Il centro storico di Chiuro: un laboratorio di Architettura, a sua volta composta da parti di natura immateriale, come studi e ricerche sul patrimonio storico ed architettonico del nucleo antico nonché la pubblicazione del libro sui toponimi redatto dalla Società Storica Valtellinese e dall’IDEVV, e altre di tipo più immediatamente tangibili, come la riqualificazione architettonica di alcuni spazi pubblici. Lo studio del centro storico è in buona sostanza la continuità del precedente progetto Chiuro, dal passato il futuro (finanziato da Pro Valtellina, Comune di Chiuro e altri sponsor), promosso dall’associazione Il Viale della Formica, e prevede ancora il coinvolgimento di professori e studenti dell’Università di Bologna campus Ravenna. In quest’ambito, con l’assegnazione di un assegno di ricerca, l’organizzazione di ulteriori workshop, lo sviluppo di tesi di laurea e ulteriori attività culturali, sarà continuata l’attività di rilievo in tre dimensioni, iniziata da diversi anni, per vedere finalmente realizzato il modello virtuale della Chiuro più antica. Per quanto riguarda la parte materiale del progetto, la passata Amministrazione di Chiuro ha scelto sia di conferire un nuovo aspetto al parcheggio d’ingresso alla piazza Stefano Quadrio sia di dare una nuova configurazione al giardino in fregio all’edificio della Biblioteca Luigi Faccinelli; due aree che, per la loro ubicazione, fungono un po’ da ingresso al centro del paese. Sul parcheggio e sulla sua frase scritta sul muro, la stampa locale ha già scritto numerosi articoli, mentre del nuovo Giardino della Narrazione parliamo su queste pagine in anteprima. I lavori sono ancora in via di completamento e il giardino sarà presto inaugurato. Una sorta di «collaudo in corso d’opera» è avvenuto durante la ricorrenza del IV novembre, con il consueto e dovuto omaggio ai soldati partiti da Chiuro e caduti nei conflitti del secolo scorso. Ma in che modo è stato pensato tutto lo spazio del Giardino della Narrazione? Perché gli elementi che già lo componevano, quali il monumento ai caduti, il basamento con la copia del busto di Maurizio Quadrio, le aiuole a verde, sono stati spostati e a volte rimaneggiati nelle loro geometrie? Cosa sono gli elementi in metallo e i nuovi pannelli appositamente realizzati per rinnovare il luogo? Tutte domande che in molti, incontrandoci per strada, ci stanno ponendo e alle quali cerchiamo di dare qui di seguito le risposte, spiegando brevemente le ragioni che hanno guidato il progetto. Gli obiettivi minimi che il progetto ha inteso perseguire sono stati quelli di rendere il più possibile decorosa e accogliente questa parte dell’abitato, «allargando» l’area percepita come «centro» del paese e rendendola «più visibile» a chi si trova a percorrere il centro abitato. Per catturare l’attenzione dei passanti e invitarli a entrare nel giardino si è pensato semplicemente di ampliare le scale di accesso principale e di eliminare la grande aiuola centrale in modo da creare una sorta di piazzetta, pavimentata in pietra di Luserna, per dare continuità alle pavimentazioni già presenti nel centro storico. A causa della presenza del piano di copertura della grande sala sottostante, siamo stati costretti a mantenere le quote esistenti e non abbiamo potuto eliminare del tutto i due gradini di accesso; eventuali passeggini e persone con disabilità potranno trovare una più agevole accessibilità al piano pavimentale, percorrendo la rampa preesistente che è stata mantenuta nella sua posizione originaria. La piccola piazza, che è stata volutamente pensata libera da elementi fissi, con l’obiettivo di essere occasionalmente attrezzata per ospitare eventi di vario tipo o per consentire grande affluenza di pubblico (come avvenuto per la cerimonia di Commemorazione dei caduti), vuole anche essere – in assenza di strutture museali – una sorta di sala espositiva «a cielo aperto». In quest’ottica, due importanti monumenti presenti nel luogo sono stati riconfigurati e ricollocati in maniera da conferire loro una maggior dignità e una priorità di collocazione nella configurazione gerarchica del nuovo giardino. Il busto che raffigura Maurizio Quadrio, tolto dal centro della grande aiuola che è stata demolita, e finalmente con lo sguardo volto verso la sua casa avita, ha trovato nuova collocazione in una sorta di «teca» in metallo incastonata sulla piccola scalinata d’ingresso. Questo “elemento espositivo”, di quella che in pratica è una copia della scultura originale collocata nei giardini Sassi a Sondrio, non vuole certamente celebrare il paese con il personaggio di origini illustri, ma ricordare e testimoniare che Chiuro ha cura di tutta la «figura» di Maurizio Quadrio, del suo pensiero, delle sue idee, delle sue azioni per difendere ideali e interessi collettivi; valori, questi, che vanno oltre l’aspetto esteriore o i natali dell’uomo. Le lapidi commemorative dei caduti di Chiuro nelle due guerre mondiali, in marmo bianco di Carrara, opera dello scultore F. Gunella (1864 – 1934), sono state restaurate e ricollocate, insieme con la targa che ricorda i militari caduti nelle missioni di pace all’estero, fatta realizzare di recente dagli Alpini del paese, su supporti in ferro zincato e verniciato in modo da realizzare un nuovo monumento posto a «chiusura» della prospettiva che si viene a creare accendendo alla nuova piazza. Anche in questo caso, per ribadire il concetto simbolico dell’«aver cura» della storia, della memoria e dell’arte, i supporti in metallo sono stati pensati più come elementi espositivi/protettivi di oggetti «preziosi» e prendono il posto degli austeri contenitori di manufatti edilizi con valore esclusivamente celebrativo. La collocazione e la dimensione degli oggetti che hanno valenza di «monumento» sono state dunque concepite affinché il frequentatore del luogo possa avvicinarsi alle opere d’arte, apprezzare la cura dei dettagli e il pregio dei materiali, ma anche leggere i nomi e avere un pensiero verso chi, partito da Chiuro, è rimasto vittima degli eventi bellici e non ha più potuto tornare. Come elemento di novità, e nell’ottica di rafforzare il concetto del racconto e della (ri)scoperta di elementi identitari nel mandamento della Comunità Montana Valtellina di Sondrio, ma anche e soprattutto a completamento della nostra piccola «sala museale all’aperto», saranno collocati anche alcuni pannelli con immagini significative della Chiuro medioevale, meritevoli di essere portate all’attenzione di tutti. Poiché non è possibile contenere tutta la bellezza e la varietà delle eccellenze del paese in quattro cartelli, abbiamo scelto di fare una sintesi e di illustrare quello che rappresenta un po’ l’essenza del periodo storico preso in esame: i Quadrio e i suoi rappresentanti più significativi, il paesaggio terrazzato e la religiosità, la festa e le persone in corteo della Chiuro più antica. I pannelli, benché fissati su solide cornici in ferro come il resto degli elementi di arredo del giardino, sono facilmente rimovibili sia per consentire le operazioni di manutenzione ordinaria sia per essere eventualmente sostituiti in futuro. Per la sistemazione «a verde» che completa il tutto, si è scelto di mettere a dimora diverse piante di Gaura, che si sviluppano a cespugli di piccoli fiori bianchi e rosati con petali riflessi, e di Gelsomino, che potrà arrampicarsi su una struttura a pergolato. Il pergolato, oltre ad essere un elemento che richiama i luoghi di sosta della tradizione medioevale, ha una sua ragion d’essere nel riparare i frequentatori del luogo che resterebbe eccessivamente esposto all’aria e al sole. Poiché le piante di Gelsomino, di Gaura e il manto erboso in zolle varietà Lippia resistono bene senza richiedere né cure eccessive né particolari interventi di manutenzione, questo si tradurrà negli anni a venire in costi minori per la collettività. Al fine di contenere e ridurre le spese di realizzazione e di mantenimento, anche l’illuminazione del luogo è stata concepita ridotta all’essenziale, con pochi corpi illuminanti, quali lampade a led integrate nelle strutture in metallo e qualche faretto, in grado di garantire, la sera, due scenari di utilizzo del giardino: i faretti posti in alto sull’edificio scolastico illumineranno in modo prevalente la piazza durante le manifestazioni con grande affluenza di pubblico mentre, in condizioni normali di fruizione del luogo, gli elementi artistici e con valenza monumentale saranno rischiarati in maniera discreta e suggestiva. Che dire d’altro e di più?
Barbara Paruscio e Paolo Agostini
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