Firmata l’intesa tra Comuni di Caiolo e Albosaggia, Comunità montana, Istituto Paesi Orobici e Ust.
Una dozzina di esperti, dall’archeologo al geologo, accompagneranno i bambini alla scoperta del territorio.
Un progetto che non toglie nulla al normale modo di fare scuola. Anzi, lo rende ricco e dinamico. Perché è un metodo, che dà un senso a ciò che gli alunni imparano, sperimentandolo sul campo. Sul loro territorio. Si parte da esperienze concrete: la storia ad esempio la si studia andando alla scoperta delle incisioni rupestri di Castione o di Tresivio. Questo e tanto altro è “Scuola di paesaggio”, progetto pilota, i cui temi chiave sono la pietra e l’acqua, del quale mercoledì sera nella palestra di Albosaggia è stato sottoscritto il protocollo d’intesa, davanti a tanti genitori e una dozzina di insegnanti.
Il protocollo
Una firma a cinque mani: quella di Tiziano Maffezzini, Graziano Murada, Primavera Farina, Maria Pia Mollura e Fabio Molinari, rispettivamente il presidente della Comunità montana di Sondrio, i sindaci di Albosaggia e Caiolo, il dirigente dell’istituto comprensivo “Paesi Orobici”, dove prenderà il via il progetto pilota, e il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust). Presente al tavolo Rita Pezzola, coordinatore scientifico di “Le radici di una identità – Temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra Preistoria e Medioevo”, di “Scuola di paesaggio” fa parte, progetto da oltre due milioni di euro, partito nell’autunno del 2018, coinvolgendo 21 Comuni, coordinato dalla Cm, finanziato sul bando dei beni emblematici da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
«Un nuovo modo di lavorare»
«Non è un laboratorio, è un modo di lavorare insieme, questo fa la differenza – ha detto Pezzola snocciolando dati -. Sono coinvolti quattro plessi, più di 40 insegnanti, circa 300 alunni (infanzia e primaria di Albosaggia e Caiolo)». Ma c’è dell’altro: una dozzina di esperti, dall’archeologo al geologo, allo studioso dell’arte, che accompagneranno i bambini insieme ai loro insegnanti. «La nostra partita la giochiamo sulla cultura e sulla conoscenza del territorio e delle radici – ha detto Murada -, attraverso il lavoro che i bambini faranno in ambito scolastico. “Scuola di paesaggio” farà scoprire loro la bellezza che li circonda». «Abbiamo scelto di coinvolgere giovani e scuole – ha proseguito Maffezzini -, a cui vogliamo trasmettere questa identità, facendo riscoprire l’amore per il territorio in cui vivono». «É dall’amore per la propria terra che nasce la conoscenza – ha sottolineato Mollura -: si è portati a custodirla, preservarla, a battersi per salvaguardarla. Conoscere è amare: questo il senso di un progetto, che nasce dall’unione d’intenti di persone veramente competenti, che hanno messo insieme la voglia per far conoscere ai nostri ragazzi ciò che li circonda. Un grazie particolare agli insegnanti che si sono messi in gioco». «Non è un punto di arrivo, ma di partenza – ha concluso Pezzola rivolgendosi ai genitori -. Si è voluto condividere con voi dei valori, che sono alla base di questo progetto. Non siete passivamente coinvolti, ma siete dentro a questo lavorare insieme per dare senso alla scoperta dei vostri figli».
Daniela Lucchini
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