Sondrio tra Preistoria e Medioevo

Il progetto. Seconda fase del l’iniziativa guidata dall’ente montano, finanziata da Fondazione Cariplo e Regione.
Attivati cantieri di restauro di beni culturali e riqualificazione di spazi antichi, al via il “laboratorio d’identità”..

Entra nella sua seconda fase il progetto “Le radici di un’identità-temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra Preistoria e Medioevo”, finanziato dalla Fondazione Cariplo, che lo ha incluso nei suoi progetti emblematici, nonché da Regione Lombardia, guidato dalla Comunità montana Valtellina di Sondrio e portato avanti insieme ai Comuni del mandamento. Con l’obiettivo primario di portare consapevolezza del patrimonio storico, culturale e paesaggistico delle varie località del mandamento di Sondrio, trasmettere questa consapevolezza all’intera comunità e rendere un valore comune l’identità di chi abita i territori, sono state attivate le borse di studio della Comunità montana e delle Università coinvolte del progetto.

Spalancare le porte
«Le parole chiave – ha sottolineato ieri nella conferenza stampa tenutasi nella sede sondriese dell’ente montano il direttore scientifico del progetto Rita Pezzola – sono capacitazione e occupazione: vogliamo creare contesti in cui la ricerca diventi azione e incida sul tessuto territoriale, inoltre creare posti di lavoro riconosciuti nell’ambito della ricerca, anche umanistica. Si avverte il bisogno di spalancare le porte, far entrare dentro e uscire fuori, creare conoscenze condivise». Così dopo che in questi primi mesi del progetto sono stati attivati cantieri di restauro di beni culturali e di riqualificazione di spazi antichi e si è aperto il dialogo, che coinvolge docenti universitari, rappresentanti di associazioni e istituzioni culturali, sul potenziale di arte e storia ancora in parte inespresso, ha di recente preso il via il “Laboratorio d’identità”, vero e proprio incubatore di studio e ricerca del progetto.

Punto di riferimento
In quest’ambito, dopo un concorso pubblico, la Comunità montana ha inserito nel suo organico con una borsa di studio di 26 mesi Marta Zecca, laureata in lettere e latinista e l’archeologo Francesco Ghilotti. I due costituiranno un importante punto di riferimento perii laboratorio, si occuperanno di comunicazione e divulgazione dei contenuti del progetto e avranno un ruolo di congiunzione tra il territorio mandamentale e i centri di ricerca. Non soltanto la Comunità montana Valtellina di Sondrio però è entrata nella seconda fase del progetto: l’Università degli studi di Bergamo ha assegnato il suo assegno di ricerca all’antropologa Elena Musolino, che sotto la guida del docente Stefano Lucarelli si dedicherà a ricerche che coinvolgeranno i comuni di Berbenno (le corti di Polaggia) e Spriana (contrada Scilironi). Si concentreranno sulla frazione di Berbenno, in particolare sull’iniziativa “Riabitare le corti di Polaggia”, anche i dodici tirocini formativi curricolari del Politecnico di Milano, con gli studenti coinvolti che la prossima settimana nei giorni del 17 e 18 luglio effettueranno i primi sopralluoghi in Valtellina. Inoltre Paolo Bertero, esperto in topografia e rilievo archeologico, nonché Ilaria Sanmartino, archeologa, sono i borsisti selezionati dall’Università di Torino, che unitamente al professor Paolo De Vingo studieranno la Val Venina e il paesaggio orobico delle miniere, con indagini anche a Fusine.

Giuseppe Maiorana

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