La presentazione. Il nuovo strumento previsto da un progetto finanziato da Fondazione Cariplo. L’ente montano: «Due giovani part time dovranno valorizzare i beni preistorici e medioevali»
Diventeranno l'”anima” di un “Laboratorio dell’identità” i due giovani che si aggiudicheranno le due borse di studio indette dalla Comunità montana di Sondrio, nel l’ambito del progetto “Le radici di una identità – temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra Preistoria e Medioevo”, finanziato da Fondazione Cariplo e da Regione Lombardia, di cui l’ente montano sondriese è capofila.
I compiti da affidare
Avranno un compito ben preciso; che è quello di valorizzare in modo e organico e complessivo i beni e i paesaggi culturali del territorio dell’ente comprensoriale. Cioè tutti i “gioielli” preistorici e medioevali, di cui i 21 Comuni del mandamento sono ricchi, con un obiettivo finale, rimarcato presentando il bando ieri dal presidente della Cm Tiziano Maffezzini e da Rita Pezzola, direttore scientifico del progetto: «creare una sorta di start-up, un servizio stabile a livello mandamentale per aumentare le proposte culturali e accrescerne le potenzialità di fruizione» a fini turistici; per le scuole, per le generazioni future. Diventare a tutti gli effetti «divulgatori di conoscenze che possano essere condivise da pubblico sempre più ampio» ha detto Maffezzini. «Valorizzare e preservare l’identità e la cultura del territorio è fondamentale» ha aggiunto Marco Dell’Acqua, membro della Commissione centrale di beneficenza di Fondazione Cariplo, nonché presidente di Pro Valtellina, che ha posto l’accento sull’unità di intenti dell’ambizioso progetto “Le radici di una identità”.
Effetti duraturi
«Fa piacere vedere questa unione di forze, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Cm e tutti in Comuni in essa compresi, che portano avanti una fantastica iniziativa, che non si esaurisce nel breve, ma produrrà effetti e benefici, che rimarranno per sempre patrimonio del territorio, con positive ricadute per noi e per chi frequenta e ama la Valtellina in chiave turistico-culturale». Ciascuna delle due borse di studio avrà la durata di 26 mesi, dal primo giugno 2019 sino al 31 luglio 2021- il compenso mensile è di 830 euro lordi -, e si tradurranno in un part-time di 18 ore settimanali nel ”Laboratorio dell’identità” con sede nel municipio di Tresivio, sul cui territorio comunale – forse tanti valtellinesi non lo sanno – «c’è una roccia istoriata con più di 100 incisioni rupestri di armi, di epoca precedente a quelle di Grosio: risalgono all’età del bronzo – ha spiegato Pezzola-. La letteratura specialistica lo definisce il masso più importante d’Europa». «Non solo recuperare e conoscere, ma anche divulgare tutto quello che viene raccolto, che deve essere tramandato, diventando patrimonio comune» ha sottolineato Maffezzini snocciolando cifre, che restituiscono la grandezza di ”Le radici di una identità”. «É un progetto da due milioni e 100 mila euro, un impegno economico non indifferente, con il contributo da Fondazione Cariplo di 700mila euro, 600mila dalla Regione, il resto dalla Cm e dai 21 Comuni». «Tresivio con questo laboratorio diventa depositario dell’identità di questo progetto – ha concluso ringraziando tutti gli enti il sindaco Fernando Baruffi -, sancita anche dalla storia del paese».
Daniela Lucchini
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