Chiese sotto i riflettori – A Faedo e Postalesio le radici di una identità

Sotto i riflettori la chiesa di San Colombano a Po­stalesio, tra le più antiche di tutta la provincia, e la chiesa di San Bernardo di Faedo, “gioielli” che incarnano e custodiscono “Le radici di una identità”, progetto finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia , con ente capofila la Comunità montana di Son­drio, che ha salutato venerdì sera nell’affollata sala “Massi­mo Bettini” a Faedo il quarto incontro di presentazione de­gli interventi che si andranno a realizzare grazie al finanzia­ mento sul bando dei Beni em­blematici maggiori. A tratteggiare, con dovizia di particolari, “Il paesaggio del sacro: la circolazione di model­li iconografici, di saperi e di devozioni” – tema della serata-, dall’università Cattolica di Milano è intervenuto il docente di Storia dell’arte Alessandro Rovetta, presentato da Rita Pezzola, coordinatrice scientifica del progetto, al tavolo dei relatori insieme a Franco Angelini e Federico Bonini, sindaci il primo di Faedo, il secondo di Postalesio, e al presidente della Comunità montana Tiziano Maffezzini.

Quarto incontro
«Siamo al quarto incontro di una serie di sei; il che la dice lunga sulla complessità di que­sto progetto di riscoperta di ciò che dal punto divista storico, architettonico e culturale è ricca la nostra Valle» ha posto l’accento Maffezzini, rimar­cando gli oltre due milioni di opere previste. «Dopo gli incontri sui castelli, le incisioni rupestri e i borghi medioevali, ora ci dedi­chiamo al paesaggio del sacro», che nel medioevo pervadeva la vita della gente. Significato su cui Pezzola ha invitato la platea a riflettere: «In qualche modo facciamo fatica oggi a cogliere questo tipo di sensibilità e ritualità: il sacro in epoca medioevale era ogni momento della vita quotidiana». Lo testimonia il calendario delle attività agricole da svol­gersi nei diversi mesi dell’anno nell’affresco dell’abside della chiesa di San Colombano, così come l’ultima cena che risale al Quattrocento nella chiesa di San Bernardo.

Di antica fondazione
«Nessuno sente sua una cosa senza conoscerla – la premessa di Rovetta, che ha evidenziato quanto la divulgazione della conoscenza sia fondamentale per arrivare a “voler bene” al patrimonio storico-culturale del territorio-. I due beni che riguardano il progetto del sa­cro sono di fatto due chiese di fondazione molto antica, che custodiscono affreschi di epoca medioevale: sono rarissimi e vanno quindi preservati e conosciuti fino in fondo».

Simbolo del paese
«Abbiamo scelto la chiesa di San Colombano perché è il simbolo del nostro paese – ha detto Bonini -; il Comune l’ha comperata nel lontano 1999, l’ha restaurata riportandola a nuova vita e ora vogliamo siste­mare per salvaguardarli gli af­freschi che versano in condi­zioni non ottimali». «La chiesa di San Bernardo è un punto di incontro delle radici della comunità di Faedo – la sottolineatura di Angelini -. Nel nostro intervento è prevista l’accessibilità delle sue bellezze al grande pubblico, ma anche la sistemazione della piazza davanti alla chiesa di San Carlo, area che ancora oggi si gode», nella parte alta del paese, a due passi dal munici­pio.

Daniela Lucchini

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